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Alopecia da chemioterapia: il perchè e come provare a superare un momento particolare.

di Mirco Fanelli

La chemioterapia e' ad oggi la terapia medica più efficace per molti tipi di tumore. Consiste nella somministrazione di farmaci antineoplastici (detti anche citossici o antiblastici), che agiscono sulle cellule tumorali distruggendole. La peculiarità di questi farmaci è quella di aggredire le cellule malate proprio nella loro capacità di dividersi. Essi infatti sono capaci, attraverso varie strategie e diversa efficacia, di alterare in maniera seria la struttura del DNA delle cellule tumorali inducendo nella cellula un danno così grande da indurla a suicidarsi. Il fenomeno del suicidio si chiama apoptosi ed è un processo biologico utilizzato dalla cellula quando il proprio patrimonio genetico non risulta più integro. Dal dopoguerra ad oggi i farmaci antineoplastici hanno subito una grossa evoluzione in funzione di un miglioramento dell'efficacia contro le cellule neoplastiche limitandone il più possibile gli effetti collaterali.Sebbene non sia l'effetto collaterale più serio agli occhi dei medici, ed il più importante ai fini di una guarigione, la perdita dei capelli (alopecia) viene vissuta come un vero e proprio dramma dalle donne in fase di terapia. Il bulbo pilifero è caratterizzato da una intensa attività di divisione cellulare e, come le cellule tumorali, risulta particolarmente sensibile ai trattamenti chemioterapici. In generale infatti, più una popolazione cellulare si divide rapidamente e più sarà sensibile ad alcuni dei farmaci antitumorali utilizzati.

Consideriamo innanzitutto che le terapie anticancro basate su farmaci citotossici sono considerate da tutti un successo della medicina. Una buona percentuale di pazienti oggi guariscono da tumori vent'anni fa giudicati inguaribili e molti allungano notevolmente il periodo di vita libero dalla malattia. Non stiamo sostenendo che i farmaci chemioterapici siano "la soluzione" migliore: sparare con un cannone per uccidere una zanzara non è certo la migliore strategia. Tuttavia, nell'attesa di un'arma più appropriata e misurata, sono sicuramente da considerare una buona freccia al nostro arco. La ricerca mondiale oggi è concentrata nello sviluppo di nuove strategie terapeutiche più intelligenti e mirate con la speranza di migliorare le cure attuali, ma ciò sarà argomento di un altro approfondimento.

 

Allora, non ci resta che provare a metabolizzare il problema in maniera diversa, proviamo a farlo insieme:

 

1. la caduta dei capelli è un fenomeno collaterale temporaneo, i vostri capelli riprenderanno a crescere splendidi come prima una volta terminata la terapia;

 

2. molte donne hanno scoperto di essere estremamente affascinanti anche senza una folta chioma. Non avrebbero mai preso in considerazione un taglio tipo "marines"..... poi non ne hanno più fatto a meno. Strana la vita, eh?

3. chi vi ha detto poi che non possiate sfoggiare comunque una testa come quella di prima durante la terapia.

 

Ricordo mia madre che con la giusta  protesi tricologica (parrucca) riusciva a passare inosservata anche agli occhi di parenti e amici.

 

E qui vogliamo fare qualcosa di concreto.

 

Stiamo allestendo una rete di acconciatori nel territorio disposti ad offrire la propria professionalità, in maniera gratuita, per accompagnare con stile le donne nella fase terapeutica della loro vita.

 

Con stile, con dignità.......e, perchè no, con la femminilità che la donna desidera mantenere.

 

Il progetto si chiama "La donna in testa" ed abbiamo già iniziato.

 

Contattateci per avere più informazioni e per fissare, con discrezione, un appuntamento.

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